Operare in modo “olistico”
Operare in modo olistico significa assumere la complessità delle relazioni come
caratteristica intrinseca dello stesso insieme delle relazioni. Ovvero assumendo i sistemi
complessi come tali, non separandone le qualità, le proprietà e le peculiarità ma piuttosto
mantenendo presente un approccio interdisciplinare e multidisciplinare per guardare ad
essi.
Per me, essere un operatore olistico significa accogliere lo spazio sacro del cliente nella
sua complessità, tenendo presente la dimensione fisica, mentale e spirituale della
persona. L’intenzione presente è di attivare con lui un riequilibrio energetico tra queste
dimensioni al fine di migliorare la qualità della vita della persona stessa.
Personalmente credo la ricerca interiore, spirituale, umana sia alla base del mio lavoro.
Prima che come operatore nasco come ricercatrice della mia dimensione interna e
spirituale, allenandomi quotidianamente a rimanerne in contatto e ad approfondirla e
renderla presente quanto più mi è possibile, per me e così anche per le persone con le
quali mi trovo ad interagire durante le sedute.
I principi etici a cui si deve attenere un operatore olistico sono l’accoglienza e il rispetto,
l’autenticità e la congruenza, la gentilezza e l’ascolto, la dignità e la responsabilità, la
competenza e la saggezza.
I principi del codice deontologico SIAF che ritengo più importanti sono l’accoglienza ed il
rispetto, la gentilezza e l’ascolto nonché la dignità e la responsabilità.